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L’ENIGMA DELLA CROCCHETTA: COSA MANGIANO DAVVERO I NOSTRI PET?
di Cinzia Gubbini

Intestazione di Prova

Sono 60 milioni, quanto gli abitanti italiani. Un’Italia nell’Italia, però, più silenziosa, più empatica e fedele. E, forse, anche più felice visto che, secondo alcune ricerche, la loro esistenza in vita sarebbe raddoppiata negli ultimi quarant’anni; un risultato a cui ha contribuito anche un’alimentazione sempre più curata. Stiamo parlando degli animali “d’affezione”, membri a tutti gli effetti delle famiglie che scelgono di condividere la propria vita con loro.Principalmente pesci e uccelli (43 milioni); 7 milioni e mezzo sono invece i gatti e 7 milioni i cani; il resto piccoli mammiferi e rettili. E se è vero che a ogni rivoluzione antropologica ne segue una economica, attorno agli animali da compagnia è fiorito un vero e proprio mercato, con un giro di 2 miliardi di euro all’anno solo per il food.Le statistiche riguardano, ovviamente, solo il cibo industriale. Crocchette, paté e biscottini attorno cui sono nate vere e proprie catene di negozi, senza contare le linee dedicate della GDO (grande distribuzione organizzata): 574 mila tonnellate prodotte nel 2018, con un aumento sull’anno precedente del 2,4%.
Al contrario del cibo preconfezionato per l’uomo – sul quale è ormai in corso una massiccia campagna informativa volta a scoraggiarne l’uso – per gli “animali d’affezione” l’assioma dell’alimentazione industriale non si mette in discussione, in una “sbornia” consumistica in cui tutti, compresi i medici, elogiano senza freni la crocchetta. Al contrario del cibo preconfezionato per l’uomo – sul quale è ormai in corso una massiccia campagna informativa volta a scoraggiarne l’uso – per gli “animali d’affezione” l’assioma dell’alimentazione industriale non si mette in discussione, in una “sbornia” consumistica in cui tutti, compresi i medici, elogiano senza freni la crocchetta.

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