Alessandra Impalli: la moda etica di una designer
innamorata degli animali (soprattutto di Cloe)
di Irene Alison
Cosa guardi nell’etichetta di un capo prima di acquistarlo?
Acquisto poco e in modo molto critico, mi piace molto fare swap (scambio di vestiti usati) con amiche, amici e parenti. Ovviamente una delle prime cose che guardo nell'etichetta è che il capo non abbia componenti di origine animale. Poi leggo la provenienza perché per me è importante scoprire chi ha realizzato il capo e conoscere l'etica del brand. Per questo motivo, prediligo realtà artigianali di cui conosco bene la storia. Se poi il pezzo che sto per acquistare è stato anche realizzato con materiale riciclato o con un materiale innovativo dal punto di vista della sostenibilità ambientale, sono ancora più felice.
Hai collaborato a molti progetti orientati all’inclusione sociale. In che modo la moda da “futile” può diventare “utile”?
Ad essere sincera, non pensavo che avrei lavorato nella moda. Ai miei occhi è sempre stato un ambiente ostile, di apparenza e di profitti. Sono approdata in questo mondo per caso, ormai 20 anni fa e, se sono qui ancora oggi, è perché ho trovato un mio modo per interpretarlo, creando un mio piccolo spazio basato su valori per me imprescindibili. In questi anni infatti ho tenuto molti corsi e laboratori che mi hanno fatto entrare in contatto con persone che avevano bisogno di reinventarsi un lavoro, di uscire dalla solitudine, oppure di instaurare un ponte tra culture diverse dalla loro. Sono stati questi progetti a rendere utile ciò che ritenevo futile.
Hai da poco adottato una cagnolina, Cloe. In che modo per te lei rappresenta un'ispirazione e un arricchimento dal punto di vista affettivo e creativo?
Prendere un cane è stata una mia proposta: volevo che mia figlia comprendesse cosa significasse avere rispetto e empatia verso di loro. Per tre mesi abbiamo frequentato i canili per permetterle di capire cosa significasse adottare un cane. Poi, un giorno, in un canile, questa cagnolina ci è venuta incontro, si è messa pancia all'aria a prendere le coccole e ci siamo innamorate. Cloe è arrivata in un momento in cui la mia creatività era in pausa, ero bloccata: incontrarla ha arricchito moltissimo la mia vita e quella della mia famiglia. Vivere con un animale ti può far riflettere su quanti e quali siano i diritti che agli animali vengono spesso negati. Inoltre, credo che quando riesci davvero a metterti in ascolto nei confronti di un animale, riesci a farlo nei confronti di chiunque. Oggi Cloe ha il super potere di farmi fermare quando sto lavorando troppo. La sua presenza mi ha portata a riflettere sul rapporto contorto tra umani e animali: ho scelto quindi di sostenere il Rifugio Miletta, dove animali salvati da situazioni di sfruttamento ritrovano la libertà, prima donando una percentuale del ricavato dalla vendita della collezione Geometrica, e poi creando una piccola collezione ad hoc. È una linea di pochette, creata dando nuova vita alle rimanenze delle precedenti collezioni, e pensata per sostenere e far conoscere questo luogo speciale: l’intero ricavato di ogni acquisto al netto delle tasse verrà donato al rifugio.
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